LUCCA. Sono quasi 800 gli operai in meno rispetto al 2011. La situazione del settore edile in provincia di Lucca si è particolarmente aggravata nell’ultimo triennio, con effetti molto gravi sull‘occupazione che ha subito una pesante contrazione percepibile da molteplici indicatori, relativi alla fuoriuscita di molti lavoratori dal settore, e al preoccupante incremento delle ore utilizzate in ammortizzatori sociali, che orientano il mercato del lavoro verso un`ulteriore regresso.

Prendendo a riferimento i dati della Cassa Edile e comparando i primi 8 mesi dell’anno c’è stata una riduzione dalle 1042 imprese del 2011 a 944 nel 2012 a sole 908 nel 2013. Gli operai iscritti  rispettivamente sono scesi da 4112 a 3555 a 3363 con una riduzione percentuale del -18,3%.

La crisi, ormai di lunga durata, che ha stremato l’economia delle piccole e piccolissime imprese che agivano nel settore, ha prodotto, nello stesso periodo, un  forte ridimensionamento della capacità produttiva del settore, riscontrabile in una secca diminuzione del valore della produzione, del valore aggiunto, e degli investimenti, con il conseguente effetto distruttivo sui livelli occupazionali.

“Da tempo, nel nostro territorio – afferma il segretario generale di Fillea Cgil, Leonardo Quadrelli –  non si esprimono le dovute considerazione e attenzioni sugli effetti sociali ed economici che una crisi così persistente e insidiosa ha prodotto e minaccia di continuare a produrre in futuro in un settore chiave dell‘economia locale e nazionale come quello edile, sopratutto dal sistema d‘impresa e delle istituzioni pubbliche, entrambi silenti in proposito.

La FilleaCGIL ha manifestato più volte l‘esigenza di aprire un confronto serio ed approfondito sullo stato del settore e sulle prospettive di riorganizzazione complessiva dello stesso, attraverso politiche di autentica innovazione, e di realizzazione di condizioni strutturali per il miglioramento delle condizioni di lavoro, di salario e di sicurezza del lavoro edile.

Poco, o meglio quasi nulla, è stato fatto in questa direzione, col risultato che è enormemente cresciuta l’area del lavoro sommerso, dello sfruttamento intensivo della manodopera, dello sviluppo di un sistema d`impresa svincolata da qualsiasi regola di mercato”.

Di fronte ad uno scenario simile, la scomparsa e il forte ridimensionamento che da più di due anni stanno interessando imprese del settore edile che hanno rappresentato la storia degli ultimi 30 anni in Garfagnana, inVersilia e nella piana di Lucca, la FilleaCGIL chiede che venga avviato da subito un confronto con le imprese e le Amministrazioni locali, teso a individuare, e definire precise strategie e progetti di intervento nel merito, anche alla luce di un prospettato allentamento del patto di stabilità inserito nella recente legge finanziaria.

Negli ultimi quattro anni le organizzazioni sindacali dei lavoratori edili hanno lavorato alla definizione di un protocollo d’intesa istituzionale sulla materia degli appalti, pubblici e privati, interessando a suo tempo la Prefettura, come massimo organo istituzionale a livello territoriale, ma dobbiamo affermare che nonostante l‘esistenza di un’intesa già realizzata tra le parti sociali del settore risalente al novembre 2009, ben poco si è fatto nel corso degli ultimi anni per realizzare passi avanti in questo senso.

“Esistono – conclude Quadrelli – urgenze sociali che scaturiscono da un inedito crollo dei livelli occupazionali, e dalla crescita di un’economia fuori controllo, e fuori da un contesto di regolarità, che impongono scelte rapide ed efficaci, se non vogliamo assistere ad un ulteriore peggioramento delle diseguaglianze, della disoccupazione, e della povertà, le cui cause ed effetti vengono sistematicamente sottaciuti”.

 

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ultimo aggiornamento: 25-10-2013


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